Marco Sambruna.
Pig Marketing.
Un romanzo sul potere

Conoscete il piano PMM-PPP? No? Allora alla Pig Marketing tireranno un sospiro di sollievo perché è il loro progetto segreto per rivoluzionare il mondo così come lo concepiamo. Pig Marketing è un romanzo di satira grottesca che promette risate in ogni pagina ma che, come sempre accade in questi casi, è anche spunto di riflessione sul presente e su di una società umana asservita al marketing. Vi innamorerete di Alberto Cromo, perspicace Maratoneta, fulgido brainstormer il cui regno verrà rapidamente intaccato dalle brame di Gilberto Persichetti, in un’insensata (e spassosissima) corsa verso il potere; sarete anche voi convinti a comprare un Ipnotizzatore Onirico Ultraman© alla prossima televendita e, forse, guarderete al mondo che vi circonda con un occhio diverso.
book trailer di Pig Marketing.
I protagonisti.
Il signor Cromo: un esperto dinosauro del marketing che ha capito tutto del piano PMM-MMM e per questo non si sente al sicuro.
Il signor Brambilla: un uomo che si è fatto da se abituato a fare a pezzi i suoi avversari.
Il signor Persichetti: ovvero di come si può cambiare se stessi in modi e tempi inaspettati.
ESTRATTI
La sede della Pig Marketing a Mediopoli:
La multinazionale di cui stiamo parlando occupa tre piani di un edificio moderno con ampie superfici vetrate che riflettono il traffico stradale di una rumorosa via perpendicolare alle grandi arterie, una di quella vie trafficate dove la densità degli affari trattati è così elevata che si sente parlare il linguaggio commerciale in tutti i bar della zona dove gli impiegati si recano a mangiare panini e insalate nella pausa pranzo. All’interno gli uffici sono dei santuari dove si fa di tutto tranne che lavorare seriamente, il che significa che si studiano proiezioni, si pianificano progetti, si immaginano campagne di marketing.
Il piattume padano:
Il potente motore della macchina rombava con tranquillizzante rotondità in modo pieno e regolare. La strada diretta verso l’immensità agricola padana ora che era uscito dall’autostrada appariva al signor Persichetti finalmente nella sua verace e più autentica personalità: punteggiata da abrasioni stradali e buche e perimetrata da infiniti campi coltivati di vigneti e verzure selvagge varie. E da qualche sacchetto dell’ immondizia abbandonato al margine della strada. Faceva un caldo micidiale, di quel caldo che si incolla perfino ai pensieri e che rallenta financo la digestione procurando appiombanti sensi di pesantezza alle palpebre. Lui guidava mentre il sole delle tre pomeridiane filtrava dal parabrezza sporco della macchina a causa delle macchie schifide.
Il carattere del signor Persichetti:
Il signor Persichetti era diventato quello che era diventato grazie a un lungo e meticoloso allenamento il cui scopo era quello di innalzare enormemente la sua capacità di reggere lo stress. Per questo si era servito di un manuale di resistenza psicologica, il Manuale di Titanismo, compilato ad uso degli agenti del KGB per rendere indifferenti i carnefici davanti alle sofferenze delle loro vittime. Il segreto consisteva nell’esercitare la mente a plasmarsi secondo i criteri di un efficiente e fredda indifferenza. Il signor Persichetti partiva dunque dal presupposto che chi gli stava di fronte era un semplice aggregato di ossa, muscoli e tessuti governati da una mente stronza protesa solo al soddisfacimento dei propri benefici personali.
Quel vincente del signor Brambilla.
Ancora una volta aveva vinto lui. A questo pensava mentre viaggiava a bordo della sua Quadrium dai vetri oscurati con alimentazione mista benzo-elettrica. Non era stato affatto facile. No, non era stato affatto facile fare di se stessi un vincente anche se, a dire il vero, era stato agevolato in questo compito dall’aspetto fisico. Tramite un duro addestramento sotto la guida di uno psichiatra materialista patito del titanismo di Skando Avo e di un maestro di arti marziali aveva forgiato un carattere d’acciaio in grado di sopportare immani fatiche e nel contempo di prendere decisioni rapide ed efficaci, se necessario ciniche e spietate ostentando nel frattempo una umanità teatrale che simulava abilmente.
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