Tenera è la notte come altre opere di Francis Scott Fitzgerald presenta tre caratteristiche ben precise: un accentuato autobiografismo con I personaggi di Dick Diver e Nicole Warren che sono chiaramente la proiezione dello scrittore e di sua moglie Zelda; il montaggio di un castello di apparenze; la smentita sorprendente di quelle apparenze da metà romanzo in poi. Tipica dell’autore è anche la capacità di costruire l’ascesa verso la rivelazione finale con un ritmo lento e solenne, quasi noioso, per almeno 2/3 della storia fino a una improvvisa epifania che nell’ultima parte illumina retrospettivamente tutto ciò che abbiamo già letto. E’ un espediente tipico di Fitzgerald già evidente ne Il Grande Gatsby e ne Gli ultimi fuochi il suo ultimo romanzo rimasto incompiuto quello di procedere in modo pigro e seducente fino alla chairificazione finale.
Tenera è la notte solo a una lettura superficiale può sembrare una storia d’amore. C’è anche l’aspetto romantico, ma è un elemento accessorio, forse enfatizzato da Fitzgerald per rendere commercialmente più appetibile il testo; in realtà il tema principale del romanzo si può riassumere come la storia della caduta di un uomo che da vincente e di successo dal punto di vista del prestigio sociale degrada lentamente verso una condizione derelitta. La storia di Dick Diver è quella di un apparente titano “che vuole molto più farsi amare che amare” che scoprirà dopo un lungo processo di autoconoscenza di essere stato, da un certo punto della sua vita in poi, un impostore, un falsificatore della sua immagine, un baro anche nei confronti di se stesso. Del resto in inglese to dive significa appunto precipitare o tuffarsi, cadere in un senso più ampio: diver è quindi colui che si precipita o si tuffa verso il basso in senso lato ossia verso l’abisso.
Il tema è ricorrente in molte opere di Scott Fitzgerald: l’allontanemento da un’ideale età dell’oro e il mito da sfatare del sogno americano che si trasforma in incubo. Il protagonista Dick Diver si accorgerà che per rincorrere il successo ha perso l’innocenza e la purezza degli ideali giovanili (l’età dell’oro) ottenendo in cambio un effimero agio materiale destinato presto a rivelarsi deludente (il sogno americano che diventa incubo). Si tratta di un percorso già esaminato da Pierpaolo Pasolini: occorre decidere, drammaticamente, se partecipare alle battaglie storiche del proprio tempo perdendo l’innocenza della naturale spontaneità giovanile o preservare la propria purezza rinunciando così a partecipare alle lotte sociali, politiche, ideali, etc., collettive. Bisogna scegliere fra la partecipazione perdendo l’innocenza o preservare l’innocenza rinunciando a partecipare: in entrambi i casi si è colpevoli o perché partecipando si diventa cinici e spietati perdendo la semplicità originaria o perché si diventa estranei e indifferenti alle vicende storiche collettive rifiutandosi di partecipare. Tutti i personaggi di Scott Fitzgerald si muovono entro questo spettro e quasi sempre decidono di partecipare a costo di sacrificare l’innocenza.
La cornice entro la quale si svolge la vicenda di Tenera è la notte è quella del mondo dei ricchi durante la cosiddetta età del jazz ossia gli anni Venti e Trenta. Un mondo che Fitzgerald coglie nel corso di una sorta di “cambio della guardia” ai vertici del capitalismo americano in cui la figura dei nobili o aristocratici ante prima guerra mondiale, ancora attaccati a valori tradizionali quale il decoro, l’onore e il buon gusto stanno per essere sostituiti dalla nuova classe degli arricchiti cioè gli esponenti della nascente alta borghesia preindustriale e finanziaria verso cui il conservatore Fitzgerald guarda con disprezzo sottolineandone il cinismo. In Tenera è la notte Il prototipo che rappresenta la ricchezza “tradizionale” è rappresentato dal colto e raffinato virginiano Dick Diver mentre il modello della nuova aristocrazia capitalista priva di scrupoli è rappresentato dalla famiglia Warren di Chicago.
Il romanzo ha avuto una storia redazionale travagliata e si vede: ben sei stesure ampiamente rimaneggiate di cui la quinta è quella più spesso pubblicato e considerata di maggior efficacia: resta comunque l’impressione di una certa confusione nell’assemblaggio sia nei collegamenti fra le tre parti che compongono il romanzo, sia all’interno delle medesime. Periodi approssimativi e dialoghi spesso troppo abbozzati sono frequenti nel corso di tutto il romanzo così come il lungo flashback della seconda parte si sovrappone in parte con le vicende narrate nella prima parte. Si aggiunga a mio avviso una traduzione a volte imprecisa e la sensazione di caos è palpabile.
LA TRAMA
Il romanzo, che copre un arco temporale che va dal 1925 al 1930, narra le vicende dei coniugi Diver: Dick Diver e Nicole Warren, psichiatra di successo lui e ricchissima esponente di una potente famiglia. Attorno alla coppia ruota una serie di personaggi della stessa estrazione sociale altolocata a cominciare dall’amante di Dick, l’attrice Rosemary Hoit, lo scaprestrato amante di Nicole Tommy Barban, i coniugi McKisko e molti altri. La storia è scandita in tre parti: la prima parte è ambientata in fra i colori caldo e le tinte pastello della Costa Azzurra e adotta il punto di vista di Rosemary, la seconda parte è un ampio flashback in chiaroscuro sul passato di Dick ed è ambientato fra Parigi, Zurigo, Losanna con brevi digressioni in USA e Italia , infine la terza parte riprende dove si era interrotta la prima ed è quindi anch’essa ambientata in Costa Azzurra, ma stavolta in un’atmosfera fin de siècle vagamente malinconica. Come appare fin dalle prime pagine il romanzo non esita a porre in luce l’infedeltà del quasi quarantenne Dick che tradisce la moglie Nicole con Rosemary che ha la metà dei suoi anni, ma più in generale la superficialità e il cinismo del mondo dei ricchi americani espatriati in Europa fra abusi alcolici, tradimenti, vuoto esistenziale, cinismo, risse. Nulla viene risparmiato dallo sguardo di Scott Fitzgerald che focalizza la sua attenzione specialmente sul personaggio di Dick bello, ricco, famoso, intelligente: il suo è il ritratto di un vero vincente dal carisma magnetico attorno al quale orbitano tutti gli altri personaggi come dei pianeti attorno al loro Sole. In generale anche in questo romanzo come in altri di Scott Fitzgerald si avverte la sensazione di leggere qualcosa di prezioso, ma anche di superato: la stessa sensazione che si avvertirebbe se si leggesse un romanzo di fantascienza sulla conquista della Luna dopo che questa è avvenuta realmente. Il libro appare dunque anacronistico quanto alla sua intenzione di suscitare scandalo; infatti la decrizione della superficialità dei ricchi americani con i loro tradimenti e i loro eccessi rivelano uno stile di vita pggi ormai largamente diffuso e visibile nel quotidiano. E’ ovvio infatti che i comportamenti scandalosi tipici degli anni Venti -Trenta risultano oggi socialmente accettati o quasi e dunque la loro capacità di scandalizzare è di molto ridimensionata. Ma per lo stesso motivo il libro potrebbe anche essere, come tutti i classici, una fotografia attuale dei costumi odierni. Infatti se i comportamenti rappresentati cioé il cinismo e la volgarità tipici dei magnati degli anni Venti-Trenta sono ormai diventati oggi patrimonio comune trasversale a tutti gli strati sociali dobbiamo concludere che Tenera è la notte ha conservato un accento universale, valido ieri come oggi. Scott Fitzgerald non fa che individuare le origini di una patologia sociale e morale che dal contesto originario, cioè il mondo dei ricchi, si diffonderà poi per contagio a tutti.
Nella seconda parte del libro finalmente il romanzo comincia a decollare, come si intuisce da una intensificazione del pathos, riscattandosi da un certo impaludamento: Scott Fitzgerald infatti accenna al trauma che ha condotto la moglie di Dick, Nicole, al ricovero in una clinica psichiatrica a Zurigo: il giovane Dick che in quella clinica lavora come psichiatra scopre che la paziente e futura moglie è caduta vittima di un probabile incesto o abuso da parte del padre. Dick sembra essere l’unico a riuscire a instaurare un dialogo con Nicole e il solo motivo di gioia per quest”ultima altrimenti gelida e intristita imprigionata com’é nel suo dramma. Di questo effetto benefico che Dick sortisce su Nicole si accorge la famiglia Warren e in partcolare la sorella di Nicole che proprone a Dick una sorta di transazione commerciale: se Dick accetta di sposare Nicole e di prendersene cura sia come marito che come psichiatra, la famiglia Warren lo sosterrà finanziariamente nella sua brillante carriera. Dick accetta il patto e in breve, grazie al denaro dei Warren, acquista una clinica psichiatrica che dirige con la collaborazione di un collega. All’interno della clinica i ricoverati sono tutti ricchi a simboleggiare la crisi e la decadenza di una generazione in declino, quella cui apparteneva lo stesso Scott Fitzgerald, destinata in breve a tramontare definitivamente sotto l’incalzare della nuova borghesia in ascesa e della modernità che, secondo l’autore, sta minando i vecchi valori conservatori che sono i pilastri su cui l’America ha costruito il suo primato.
L’ascesa di Dick Diver pare inarrestabile ma proprio all’apice della carriera cominciano a profilarsi i primi sintomi del declino come delle ombre che si allungano nel crepuscolo serale: a far da detonatore è il più destabilizzante dei sentimenti cioè l’amore come forza dirompente che provoca il crollo delle sovrastrutture inautentiche del comportamento, la caduta delle maschere di perbenismo e costringe ad assumere dei rischi anche a costo di umiliarsi o degradarsi. Questo percorso di autenticazione anche se doloroso è quello che si trova a percorrere Dick Diver che, innamorato di Rosemary, comincia a perdere il supremo autocontrollo e la gelida effcienza che lo hanno sempre caratterizzato. Rosemary lo corrisponde, ma Dick capisce che il tempo gioca a suo sfavore perchè la donna, molto più giovane e in piena ascesa sociale, è destinata a distaccarsi progressivamente da lui. Dopo un drammatico confronto avvenuto a Roma in cui Dick diventa pienamente consapevole che Rosemary sta per spiccare il volo verso un’altra vita, Dick sconvolto si ubriaca, scatena una rissa e viene arrestato. Da questo episodio inizia il suo inesorabile declino: non solo perderà Roesemary, ma anche l’equilibrio psicologico a causa delle sbornie sempre più frequenti così come il lavoro alla clinica psichiatrica di cui era co-proprietario, il prestigio sociale di cui godeva e infine perde anche Nicole che lo tradisce con l’amico di famiglia Tommy Barban.
COLPO DI SCENA.
Ora è proprio nella terza e ultima parte del libro che Scott Fitzgerald rivela la sua maestria: per tutto il romanzo ci siamo barcamenati fra risse, bevute smodate, tradimenti coniugali, eccessi di ogni tipo credendo si trattasse di puro gusto dello scandalo, il desiderio di stupire con effetti speciali il lettore dell’epoca. Effetti che tuttavia, come detto sopra, non suscitano alcun stupore al lettore contemporaneo dal momento che quegli eccessi sono ora largamente diffusi e perfino propagandati. Ma a un certo punto Scott Fitzgerald con mirabile sagacia costruisce la svolta narrativa coinvolgendo il lettore in un progressivo cambiamento di prospettva da cui osservare i personaggi: per tutto il romanzo infatti abbiamo creduto di assistere all’ascesa di Dick considerandolo una specie di rullo compressore che cinicamente si serve del denaro della moglie Nicole per raggiungere l’agiatezza economica, dell’amore di Rosemary per soddisfare il suo ego smisurato, infine ancora del denaro della famiglia Warren per aprire una clinica psichiatrica assieme a un socio.
Ma questa prospettiva e questo giudizio che ci siamo formati su Dick come di un carmefice che sfrutta la sue vittime viene gradualmente cambiato nell’ultimo terzo del romanzo: scopriamo allora che Scott FItzgerald ci ha abilmente tratto in inganno: il rapporto vittima-carnefice viene completamente ribaltato: a sfruttare Nicole, Rosemary e la famiglia Warren non è stato Dick, ma piuttosto quest’ultimo é stato sfruttato facendo leva sulla sua ingenua voglia di scalata sociale. Sfruttato dalla moglia Nicole per necessità di avere accanto non solo un marito, ma anche uno psichiatra in grado di tranquillizzarla durante le sue numerose e improvvise crisi; sfruttato da Rosemary che se ne è servita come di un diversivo in grado di conferirle sostegno e sicurezza in un momento delicato della sua carriera di attrice agli esordi; sfruttato infine dalla famiglia Warren che lo utilizza nel doppio ruolo di marito e terapeuta per Nicole promettendogli in cambio del denaro per realizzare le sue ambizioni.
Alla fine del romanzo si rivelano i veri carnefici: Nicole recupera la stabilità psicologica fugge con l’amante ex amico di Dick, Rosemary trova nuovi pigmalioni in grado di far decollare definitivamente la sua carriera di attrice, I Warren una volta che Nicole si è ristabilita dai suoi disturbi psichici di Dick non sa più che farsene e sostanzialmente lo abbandona al suo destino. Dick dopo avere raggiunto i vertici professionali e di prestigio sociale ormai solo, alcolizzato e fisicamente ed emotivamente indebolito dai vizi e dalle delusioni capisce di avere ormai imboccato un lungo e malinconico viale del tramonto. Abbandonato il cielo terso e il sole della Costa Azzzurra a simboleggiare anche una stagione fortunata della sua vita, Dick rientra negli Stati Uniti riprendendo su scala molto più modesta la sua professione di psichiatra ormai lontano dai fasti del passato.
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